Falsa mozzarella di bufala campana falsa venduta in Belgio a 30 euro al chilo

 

Questa nuova operazione conferma che il piano di monitoraggio congiunto in tutta Europa funziona e dà risultati importanti per la tutela delle eccellenze”, commenta il direttore del Consorzio di Tutela, Pier Maria Saccani. Nel 2017 il Patto sulla vigilanza all’estero tra i Consorzi di Tutela ha consentito di effettuare verifiche in 460 differenti punti vendita di 9 Paesi europei (Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito, Spagna e Svizzera). Significativi i dati raccolti, che hanno portato ad attivare per due volte la tutela “ex officio” e ad accertare che circa il 50% dei prodotti in commercio riportavano una denominazione impropria, con riferimento diretto alla bufala campana. Nel corso di queste indagini accade quasi sistematicamente che la mozzarella di bufala campana Dop venga, in maniera parassitaria, affiancata sullo scaffale da prodotti imitativi, segno del grande potere di richiamo che il prodotto originale ha per il consumatore.

“Il monitoraggio nell’Ue è innanzitutto una garanzia per i consumatori”, sottolinea il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo, che aggiunge: “Continueremo a investire in questo modello di collaborazione. Tenere alta la vigilanza è la strada decisiva per scovare imitazioni, evocazioni e usurpazioni del nostro prodotto. Solo così potremo sempre più marcare la differenza tra l’autenticità della mozzarella di bufala campana Dop e i tanti furbetti che cercano in ogni modo di sottrarre con l’inganno fette di mercato agli operatori della filiera. Qualità e rispetto delle regole sono i valori fondanti del nostro agire quotidiano”.